Cinque vittime casuali, passanti freddati da un cecchino che, dopo qualche ora, viene individuato in un ex militare, abile tiratore addestrato. Arrestato, l'uomo anziché confessare scrive su un foglietto: "Trovate Jack Reacher". Ex investigatore militare, datosi alla macchia da qualche anno, Reacher (Tom Cruise) arriva prima che si dia il via alle ricerche: conosce quell'uomo ed è pronto a sentenziarne la definitiva condanna. Finito in coma per un "misterioso" pestaggio avvenuto dopo l'arresto, il presunto cecchino è difeso da un avvocato (Rosamund Pike) deciso ad evitargli il braccio della morte: per farlo, capisce che la chiave di tutto potrebbe essere proprio Jack Reacher. E non senza qualche difficoltà, lo convince ad investigare sul caso: quella che a prima vista sembrava una verità lampante, poco a poco inizierà a sgretolarsi di fronte a dettagli apparentemente insignificanti. 
Un po' Ethan Hunt, un po' Sherlock Holmes, la mission impossible di Tom Cruise stavolta è quella di portare sullo schermo - anche come produttore - l'eroe letterario di Lee Child, protagonista di ben 17 romanzi: il risultato è soddisfacente, non foss'altro per l'ormai indiscutibile capacità dell'attore di calarsi in ruoli di questo tipo. Più icona che divo, Cruise è davvero uno dei pochi, se non l'ultimo rimasto tra gli eroi di celluloide che, ancora oggi, riescono a tenere in vita quel mix marcato anni '80 di azione, carisma ed umorismo che il cinema di genere è andato via via perdendo. Scritto e diretto da Christopher McQuarrie, il film è un po' di tutto: thriller, action e giallo convivono, tra indizi e lungaggini, scazzottate e inseguimenti, con tanto di Werner Herzog chiamato ad incarnare il tenebroso villain Zec e il veterano Robert Duvall capace, seppure in poche pose, di regalare ottimi momenti al fianco del protagonista. Che, come detto, è sempre "sul pezzo", anche troppo se vogliamo: e il limite di Jack Reacher è proprio questo, un detective muscolare e talmente cool da non sbagliare un colpo, per un film che sa farsi guardare ma che si affida troppo al calcolo, appesantendosi. Con finale che lascia aperta più di una porta ad altri adattamenti cinematografici.