Nata nel  1979, Alessia Scarso si è diplomata in montaggio al Centro Sperimentale di Cinematografia e ha poi diretto numerosi  spot e documentari  istituzionali. Per questo esordio nel  lungometraggio prende spunto da un episodio accaduto il 15 marzo 2009. Riferiscono le cronache che nelle campagne di Scicli, in provincia di Ragusa, un branco di cani randagi ha attaccato un bambino, uccidendolo.  L'immediata reazione si concretizza nel divieto di circolazione per gli animali. Ma, nello stesso periodo arriva un randagio che conquista l'affetto della comunità locale fino a diventarne un beniamino. Il cambio è nell'amicizia tra  Italo (così viene chiamato il cane) e Carmelo, detto Meno, bambino solitario e taciturno, figlio del sindaco.  Un rapporto padre/figlio reso difficile dall'assenza della mamma, morta tempo prima. Un dialogo scarno e aspro alimenta incomprensioni tra l'uomo e l'adolescente. Quando il legame tra Meno e Italo diventa importante, anche il padre accetta di accoglierlo in casa : trascurando alcuni doveri legati alla campagna elettorale in corso in città, e riuscendo a tenere sotto traccia il tenue legame profilatosi con Laura, la maestra preoccupata per il modo di fare scorbutico di Meno.

Il dato più evidente di questa opera prima risiede proprio nello spiazzamento narrativo: si parte da un dato autentico e si finisce dentro una favola, dolce e tenera.  L'esordiente Scarso fa vedere di aver imparato bene la lezione: inquadratura nitida,  stile pulito, tentazione di arricchire il racconto ora con sequenze di montaggio rapido ora con ralenti di inattesa e un po' facile suggestione. Sono scelte che indicano una indubbia fantasia descrittiva  frenata però dalla costante fragilità del copione, segnato dal mancato amalgama tra il taglio fiabesco, l'affacciarsi di spunti sentimentali, la timida descrizione del quadretto sociale del paese (i tre pensionati sulla panchina…). Il risultato è un film dalla impalpabile simpatia, affidato alle presenze giuste e misurate di Marco Bocci (il padre sindaco), Elena Radonicich (la maestra),  Barbara Tabita (la candidata alle elezioni) e un gruppetto di validi caratteristi siciliani.