Nel suo nono film, 15 anni dopo l'esordio felicissimo de I laureati, Leonardo Pieraccioni interpreta il "normotipo" Gualtiero Marchesi, 40enne che vive "raccomodando" piscine, con una ex moglie (Barbara Tabita, già sua ex consorte in Ti amo in tutte le lingue del mondo) scappata con "un domatore di circo stile Tarzan" (Biagio Izzo)  e due amici pasticceri "gay di fatto" (Massimo Ceccherini e Luca Laurenti). Durante una casareccia seduta spiritica, Gualtiero chiama Marilyn Monroe (la 23enne sosia londinese Suzie Kennedy, nomen omen…), che comparirà in cucina: solo per i suoi occhi e i suoi orecchi...
Nel cast anche Marta Gastini, la figlia e “la donna più importante” di Gualtiero, lo psichiatra Francesco Guccini, Rocco Papaleo, l'unico a credere nella "presenza in atto" di Marilyn, e il maresciallo dei carabinieri Francesco Pannofino, Io & Marilyn arriva sotto l'albero, ma starebbe meglio altrove: se il Leo nazionale è maturato cinematograficamente e non solo,  sulla soglia dei 45 anni il suo sorriso si fa più tirato, e la tristezza fa capolino nell'alternativa principe al cinepanettone Filmauro.
Come dire, si ride di più in conferenza stampa per le battutacce del toscanaccio Ceccherini - viados, gay, filmini e ricatti con bersaglio l'amico Pieraccioni - che in 96 minuti di film, sceneggiato a quattro mani con Giovanni Veronesi, che con volgarità e sguaiatezze tiene lontano pure il divertimento senza se e senza ma, quello che dovrebbe “santificare” un Natale di celluloide che si rispetti. Dispiace, perché Pieraccioni è simpatico e alla mano: ma tra “buona persona” e “film buonista” c'è di mezzo la noia.
PS: di Marilyn non diciamo nulla, d'altronde nemmeno il film sa che farsene…