Mo (Brendan Fraser) e la figlia Meggie (Elisa Hope Bennett) sono "silvertongue": danno vita ai protagonisti dei libri leggendo ad alta voce le loro storie. Un dono dal rovescio della medaglia perché tutte le volte che un personaggio di carta si palesa nella realtà, una persona reale scompare nella finzione. Una disgrazia che accade alla moglie di Mo quando il marito legge una favola medievale popolata da mostruose creature… Tratto da una fortunata trilogia di Cornelia Funke, Inkheart - La leggenda di Cuore d'Inchiostro è una versione per bambini del Seme della follia, dove i mostri fanno ridere, le invenzioni si alternano agli omaggi (Il mago di Oz, Peter Pan) e gli scambi tra realtà e finzione riusciti e mai intellettualistici. Iain Softley - anche produttore con la Funke - dimostra di conoscere i meccanismi del fantasy, trovando il giusto equilibrio tra commedia, azione, e immaginazione. Bravo Fraser, impareggiabile (ma non è una novità) "zia" Helen Mirren. Siamo più dalle parti di Narnia che di Hogwarts (Harry Potter), ovvero nei limiti di un genere che inizia a mostrare segnali di stanchezza. Inkheart però un merito tutto suo ce l'ha: aver trasformato l'Italia - dove è stato girato - in un Paese da favola.