Crisi coniugale ma senza schiamazzi nell’astigiano. Isabella Ragonese interpreta Lucia, una donna timida e riservata che scopre il tradimento del marito Andrea: da quel momento, tutto il suo mondo fatto di piccoli gesti quotidiani sembra andare in frantumi. Soltanto l’incontro con Feysal, immigrato che sbarca il lunario vendendo oggetti per strada, sembra riuscire a scuotere Lucia e spingerla a sciogliere i nodi irrisolti del proprio passato.

Alla seconda prova, la regista Giorgia Cecere propone con In un posto bellissimo ancora un ritratto di donna che, almeno nelle intenzioni, vorrebbe proporsi come modello d’analisi dell’incomunicabilità nell’odierna “borghesia” dell’Italia settentrionale; nei fatti, il racconto è impacciato da una struttura fin troppo episodica e da una costruzione dei personaggi poco efficace. La telecamera, innamorata dei primi piani della Ragonese, non molla per un istante la protagonista, sacrificando sull’altare della fotogenia a buon mercato una maggiore coerenza di messa in scena filmica. Convincenti come sempre Alessio Boni e Paolo Sassanelli, rispettivamente nel ruolo del marito di Lucia e di un istruttore di guida che si invaghisce della donna.