Comparaggio, corruzione e altre amenità: ma medici e medicine non dovrebbero curare, possibilmente, salvare? No, la realtà è un'altra e, forse, non è solo il lato oscuro, ma l'intero sistema farmaceutico: Il venditore di medicine di Antonio Morabito mette il dito nella piaga, con la storia di Bruno (Claudio Santamaria), informatore medico in crisi. La sua azienda, la Zafer (a voi decrittare la crasi…), sta licenziando, e per non perdere il posto di lavoro deve corrompere medici, ingannare colleghi, e non solo. La moglie insegnante (Evita Ciri) vuole un figlio e non sospetta nulla, gli amici nemmeno, ma la sua capoarea (Isabella Ferrari) lo pressa e Bruno deve giocarsi il tutto per tutto, provando a corrompere un primario di oncologia (Marco Travaglio)… G
ià fuori concorso al Festival di Roma, premiato a Bari, prodotto da Amedeo Pagani ed Elena Pedrazzoli, distribuito da Luce Cinecittà, Il venditore di medicine ci prende per mano e ci porta all'inferno: deontologia a scomparsa, Ippocrate a rivoltarsi nella tomba, avidità e corruzione a spadroneggiare e il bugiardino a far nomen omen. Denuncia e impegno civile in primo piano, mancano un po' di dati e un tot di cattiveria, ma possiamo accontentarci? Altroché, e occhio alla cura. Meglio, chi cura la cura?