Si sveglia la mattina, col pollice in bocca. Nei momenti di crisi della giornata, è il suo Prozac personale. La sera, il compagno inseparabile per sprofondare in sonni non troppo tranquilli. La vita di Justin, accerchiata dai comuni personaggi della provincia americana nell'Oregon, è piuttosto grigia: soltanto il pollicione la rischiara. Il Succhiapollice è una commedia realistica "di formazione" nella quale Mike Mills, al debutto come regista, non lesina un gusto abbastanza personale per i nuclei familiari "in un interno" e le loro problematiche antropologiche: rapporti parentali, scuola senz'anima, dinamiche giovanili, arrivismo intellettuale, diversità sociali, apatia latente e nervosismi inassopiti. Nella famiglia di Justin, interpretato da un naturale e convincente Lou Pucci, c'è tutto questo: un padre preoccupato che vuole il massimo (Vincent D'Onofrio), una madre tormentata (Tilda Swinton) che cerca il compromesso. Lo si trova, questa volta, nelle pillole, quelle vere, che faranno di Justin un sicuro competitore scolastico portato a sostituire gli spinelli al pollice. Una strada più semplice, veloce e altrettanto incerta di quella propugnata da un dentista appassionato di ipnosi (Keanu Reeves) e da un professore scolastico profondamente non realizzato (Vince Vaughan). Tutti soffrono di ansie nascoste, tutti si sforzano di illuminare e correggere le smagliature della quotidianità. Nessuno è capace di concentrazione, anche l'amore è distratto. Lieve umanità comune per un film molto umano, collettivo, omogeneamente ben interpretato dagli illustri attori tra parentesi, piacevolmente vero e irrimediabilmente preoccupante.