Tratto dal bestseller di Muriel Barbery L'eleganza del riccio, l'opera prima di Mona Achache è il piacevole e divertente adattamento delle peripezie della piccola Paloma, ricca adolescente parigina attanagliata dalla vita borghese e con serie manie suicide, spezzate solo dall'incontro con uno strambo signore giapponese e dalla scoperta delle insospettate doti culturali e affettive della portinaia del suo palazzo. Sostenuta dall'interpretazione monumentale di Josiane Balasko e dalla freschezza della giovane Garance Le Guillermic, la regista riesce nell'intento di portare sul grande schermo in maniera convincente una storia bizzarra e insolita, a metà tra la favola il dramma sociale. La forma del diario scritto viene abbandonata a favore di un intelligente mix di linguaggi che vanno dalla narrazione filmica tradizionale, agli spezzoni animati, ai filmini sgranati e fatti in casa della protagonista Paloma, a cui Achache affida le divagazioni più spiritosamente visionarie e sperimentali di una pellicola per il resto fin troppo classica e “pulita”. Il vero punto di forza de Il riccio sta però nella capacità di unire senza forzature il punto di vista immaginifico e un po' infantile della ragazzina con quello disincantato della misteriosa concierge. Due personaggi femminili che non potrebbero essere più diversi, e invece accomunati dall'essere in qualche modo abbarbicati dietro a uno stereotipo di ruolo, da cui cercano in tutti i modi di fuggire ma in cui finiscono sempre per ricadere, attratte dall'innegabile tepore protettivo della prevedibilità quotidiana.
Nonostante qualche scivolone patetico, quello di Achache si dimostra quindi un film di notevole intensità, dedicato a tutte le persone che vivono nel rifugio e nella gabbia della propria scorza coriacea.