Le distrazioni pericolose dell'annoiata middle class americana, quelle che negli anni '80 riempivano film pruriginosi e moralistici come Attrazione fatale, tornano fuori tempo massimo nell'adulterio compiuto a cuor leggero da un'insegnante di liceo di una piccola cittadina californiana, interpretata da Jennifer Lopez.

Che avrebbe pure le attenuanti del caso, con un figlio incontestabilmente idiota e un marito fedifrago e monoespressivo che chiunque sarebbe tentata di lasciare. Prostrata, sola e vulnerabile, cadrà comunque troppo facilmente nella rete che le tesse intorno il giovane e aitante vicino di casa, Noah (Ryan Guzman), uno che per capirci cita Omero a memoria e dà una controllatina al motore quando non deve occuparsi dello zio malconcio. Che le cose andranno in malora è scritto, perché in questi film non ci si diverte mai gratis.

Da passatempo da sogni a stalker da incubi il passo è breve, anzi affrettato, pardon automatico, nonostante un finale esageratamente splatter pure per i canoni del filone.

Questo Ragazzo della porta accanto è insomma il classico filmaccio estivo, dal brivido facile, la pseudo-morale e un paio di sequenze scollacciate (ma per vedere qualcosa ci vorrebbe il fermo-immagine).

Ryan Guzman sembra uscito da una fabbrica di toy boy, con la sua canottiera bianca, l'andatura da bifolco e le mani sporche di grasso, mentre la gommosissima JLo si concede un tanto al chilo - una coscia, una chiappa, un abbozzo di seno, i capelli sempre in ordine, ci mancherebbe - per dimostrare ancora una volta come sia capace di fare tutto senza eccellere in niente.

Siccome è anche produttrice, si fa sparare praticamente un selfie lungo un'ora e mezza, in cui alterna labbra da papera a pose da Madame Tussauds, con gli altri che la guardano con incredulità e le dicono frasi tipo "sei bellissima", "sei perfetta", "sei sexy" e altre così.

Lei è la confezione e il contenuto. Non serve nemmeno scartarla per trovarci qualcosa.