Sarà per il suo naturale isolamento, ma quelle poche volte che Hollywood si trasferisce in Alaska il risultato ha sempre un particolare fascino, soprattutto per il contrasto tra gli spazi sconfinati e incontaminati e una civiltà altra, diversa, a cui la celluloide a stelle e strisce ci ha abituati.
È senz'altro questo il punto forte di Il cacciatore di donne, storia vera della cattura di uno dei molti spietati assassini seriali di cui la storia americana è costellata. Thriller dalla struttura classica, The Frozen Ground ha proprio nel suo titolo originale racchiusa l'atmosfera narrativa, fredda come il modus operandi di Robert Hansen, uno dei troppi uomini che odiano le donne, a cui dà la caccia un investigatore che da troppo tempo trattiene colpa e dolore.
Opera prima del neozelandese Scott Walker, Il cacciatore di donne si appoggia a tutti gli elementi più classici del genere, svolgendo bene il compito e sfruttando al meglio il talento di John Cusack, qui nei panni dell'assassino psicopatico, e di Nicolas Cage, attore che sembra finalmente ritrovarsi dopo troppi ruoli alimentari (anzi, fiscali). Chissà che alle soglie dei cinquanta non ci riservi qualche sorpresa, come già dimostrato a Venezia nell'apprezzato Joe.