“Walter Mitty ha questo di particolare, che ha ormai ripudiato la vita reale, ricca soltanto di difficoltà, di sgradevoli compagnie e di mortificazioni, per la vita che sa offrirsi con l'immaginazione, momento per momento. Egli ha sceso l'ultimo scalino della degradazione romantica e non ha altro conforto, che di vedersi vivere: però sotto altre spoglie e in ben altre circostanze che non siano quelle della sua mediocre esistenza. Soltanto in sogno Walter Mitty si concede la forza, l'intelligenza, la bellezza e l'audacia che pure sa di possedere. E, come Madame Bovary che legge Walter Scott e non sa immaginarsi l'amore se non in meravigliosi scenari gotici all'italiana, così Walter Mitty non può immaginarsi la vita se non negli scenari che gli suggerisce ogni sera il Cinema: perché Walter Mitty è il vero uomo nuovo del secolo, la dolce vittima del Cinema, e tutta la sua immaginazione è incatenata ai modelli eroici che ormai lo schermo ha proposto all'umanità”.
Così Ennio Flaiano – su Il mondo del 9 aprile 1949 – descriveva il protagonista di The Secret Life of Walter Mitty, racconto scritto da James Thurber nel 1939. Personaggio, Walter Mitty, che proprio il cinema ha conosciuto la prima volta nel '47, grazie al film di Norman Z. McLeod, Sogni proibiti il titolo italiano, rivisto in chiave comica 35 anni più tardi da Neri Parenti (Sogni mostruosamente proibiti) e ora – grazie al nuovo adattamento firmato da Steve Conrad per la regia di Ben Stiller – outsider tra i vari blockbuster pronti ad invadere le sale per le festività natalizie.
Interpretato dallo stesso Stiller, questa volta Walter Mitty lavora all'archivio fotografico del celebre magazine LIFE: incapace di affrontare a viso aperto il mondo reale, si rifugia in un mondo di fantasia amplificato anche dalle innumerevoli immagini avventurose ed esotiche passate sotto i suoi occhi in più di 15 anni di lavoro. Ma sarà la vita reale a catapultarlo in un incredibile viaggio: per l'ultima copertina della versione cartacea del magazine, infatti, il grande fotografo Sean O'Connell (Sean Penn) chiede per mezzo telegramma l'utilizzo del “negativo 25”, una foto che – parole sue – “è la quintessenza della vita” (di LIFE, appunto). Negativo misteriosamente scomparso, però: e Walter Mitty, spronato anche dalla collega di cui è segretamente innamorato (Kristen Wiig), partirà alla volta della Groenlandia, toccherà l'Islanda e raggiungerà poi l'Himalaya. In cerca del fotografo, per scoprire se stesso.
Alla quinta regia di un lungometraggio, Ben Stiller firma la sua opera più complessa e affascinante: The Secret Life of Walter Mitty (I sogni segreti di Walter Mitty da noi), infatti, pur mitigando l'aspetto irriverente dei suoi precedenti lavori, mantiene intatto – amplificandolo – lo sguardo sulla magia del cinema (incredibili le sequenze in cui il protagonista immagina di essere l'eroe di un film d'azione, irresistibile invece il momento in cui sogna di invecchiare con la sua amata parodiando Il curioso caso di Benjamin Button), sulla potenza dell'immagine e sull'importanza di conservarne memoria (l'omaggio a LIFE è lì a dimostrarlo). Tra realtà e sogno, David Bowie (con l'immortale Space Oddity) e gli Of Monsters and Men (con la trascinante Dirty Paws), Walter Mitty abbandona finalmente la “capsula”. E vive.
[This is Major Tom to Ground Control
I'm stepping through the door
And I'm floating
in a most peculiar way
And the stars look very different today].