L'ultima, estenuante battaglia fra l'armata delle Tenebre e quella della Luce si perde nella notte dei tempi. Da allora, consci dell'impossibilità di avere la meglio gli uni sugli altri, i due eserciti rimangono sospesi sul filo di un accordo: per secoli, i membri in incognito della Guardia Notturna sorveglieranno gli Esseri Oscuri del mondo (vampiri, streghe, mutaforma) e, parallelamente, quelli della Guardia Diurna controlleranno le forze della Luce. Fino al giorno in cui, nella Mosca contemporanea, non comparirà l'Eletto, colui il quale - in base ad antiche profezie - stravolgerà il millenario equilibrio scegliendo una delle due fazioni.
Sospinto da un miracoloso successo in patria (dove, surclassandoli, ha incassato tre volte tanto l'ultimo capitolo de Il Signore degli Anelli e Spiderman 2, toccando la vetta dei sedici milioni di dollari, mai raggiunta prima di allora), arriva anche nelle nostre sale il russo I guardiani della notte, mix postmoderno di fantasy e horror, basato sul primo episodio di una trilogia ideata dallo scrittore, qui anche cosceneggiatore, Sergei Lukyanenko, uno dei maggiori romanzieri russi di genere. Diretto da Timur Bekmambetov (già al lavoro per la realizzazione dei seguenti capitoli, previsti per il 2006/2007), mestierante capace di esprimere in modo tutto sommato originale una visionarietà intrisa di sangue e buio, il film - realizzato con soli 4 milioni di dollari - propone una curiosa rilettura dell'atavico e leggendario scontro tra il Bene e il Male, teorizzando l'esistenza di "forze altre" che, invisibili all'occhio umano ed incarnanti le più svariate fra le creature simbolo di un filone intramontabile, agiscono interagendo sul contesto urbano, preferibilmente notturno. Da qui alla riuscita del tutto ce ne passa però: continui sottotesti e inafferrabili intrusioni minano pesantemente la fluidità del racconto, costringendo la visione a farsi progressivamente succube di un'infinità di rimandi e personaggi di contorno, finendo per sovraffollare l'intera narrazione e scivolando inevitabilmente nel caos.  Da rivedere.