Come nasce, cresce e muore un uragano? Piacere, Lucy: nata il 15 agosto in Senegal, morta il 12 settembre in Louisiana, in mezzo la sua storia è anche la storia della nostra distruzione. Dopo aver realizzato per la televisione le serie Earth e Blue Planet, Andy Byatt ha rivolto la sua camera, stereoscopica, verso gli uragani: l’ha fatto per oltre 1000 giorni, rincorrendoli dall’Africa a Puerto Rico, da Cuba agli Sattes per carpirne la vita, quel respiro vitale che è vento distruttore.

Con lui il co-regista (e cameraman) Cyril Barbançon, la NASA, che ha offerto immagini spaziali di grande fascino, e il compositore Yann Tiersen (Il favoloso mondo di Amèlie…), il risultato finale è Hurricane 3D, in cartellone alla decima Festa di Roma. Un film discreto, non tanto per la storia, che già potremmo conoscere, né tantomeno per il racconto, perché l’autopresentazione di Lucy, narratore onnisciente, è tanto lirica quanto involontariamente ridicola, no, la forza di Hurricane sta nei 18 cicloni ripresi in 12 Paesi e montati ad hoc per dar vita al funzionale e finzionale Lucy: dal Senegal ai Caraibi, dalla tempesta di sabbia iniziale all’occhio del ciclone gigantesco, dagli occhi spaziali a quelli di formiche, lucertole, rane, cavalli, fenicotteri, esperti meteo e senza tetto, famiglie e piloti.

Un viaggio adrenalinico, di cui la “voce” di Lucy attenua l’emozione: parlano già le immagini, potenti, stranianti e perfino surreali, perché “lei” deve smosciare tutto?Caro Andy, cara pleonastica e irritante Lucy, fate silenzio: è la Natura che ve lo chiede…