Si gridò al miracolo quando Neill Blomkamp esordì con District 9. Fantascienza sociale anticapitalista politicamente scorretta per un film abbastanza originale per cui l’entusiasmo fu forse eccessivo. Una parziale conferma la offre Elysium, interessante ma molto già visto, eHumandroid è la prova definitiva.

Strano incrocio tra RoboCop e Corto circuito, il terzo lungometraggio del regista sudafricano è una favola cyberpunk in cui un robot della polizia di Johannesburg viene riprogrammato dal suo creatore (Dev Patel) per dargli un’intelligenza artificiale e una coscienza. Andrà a finire nelle mani di una scalcagnata banda criminale che diventerà la sua famiglia disfunzionale. Blomkamp mette troppa carne al fuoco e perde spesso le redini di un film slegato, dai molti buchi narrativi e dalle idee confuse. Humandroid è un grosso passo indietro rispetto alle opere precedenti e poco possono gli attori, nonostante un buon Hugh Jackman in versione villain e i sorprendenti Ninja e Yolandi, coppia musicale sudafricana che nei panni dei criminali genitori sono la cosa migliore del film. Speriamo che l’annunciato nuovo Alien ci consegni un talento fino a ora solo accennato.