Dimenticate la ballata folk e ribelle di Arthur Penn (Gangster Story, 1967), cinquant’anni dopo tocca cambiare focus, anzi, scavallare la barricata: non più i fuorilegge Bonnie Parker e Clyde Barrow, bensì i giustizieri, i Texas Rangers Frank Hamer e Maney Gault che assicurarono la leggendaria coppia al Padreterno o giù di lì.

E’ Highwaymen, diretto da John Lee Hancock (il non travolgente The Founder, tra gli altri) e interpretato da Kevin Costner (Hamer) e Woody Harrelson (Gault), che non scopriamo oggi essere bravi: problema, il film sembra baloccarsi delle loro capacità attoriali, senza chiedere e chiedersi nulla di più.

Regia sciatta fatta eccezione per l’ottima sequenza action iniziale e l’iconico finale con i cadaveri di Bonnie e Clyde adorati e spoliati dalla folla, revisionismo a piè sospinto, però mitigato dalle facce imberbi e terrorizzate dei due banditi inquadrati un attimo prima che la loro Ford V8 Flathead venga crivellata dai Rangers.

Può bastare? Certo che no, metteteci che l’epilogo è già segnato, che dei due poliziotti ritirati/problematici/etc ne abbiamo gli occhi e le scatole piene, ed ecco la domanda: ma non è che Netflix (Highwaymen è disponibile sulla piattaforma dal 29 marzo 2019) con i film ha qualche - serio - problema?