C’era una volta… Quattro piccoli supereroi e una principessa. Soli, abbandonati da tutti gli adulti. Tra waffel con burro e sciroppo d’acero, giochi e lunghe passeggiate. Boo, Eli, Arri, Jonah e Harper. La storia di cinque bambini destinati a crescere senza padre, morto in un incidente stradale, con la madre andata via senza motivo, ancora una volta. God Bless The Child, presentato in Concorso al 33. Torino Film Festival è un film ad altezza di bambino. Opera collettiva di sette giovani registi, tratta dalla loro vera storia.

A piedi scalzi per la casa e nel cortiletto, correndo in fretta per non sentire la mancanza. Harper, la più grande, si prende cura dei fratellini ma sola non può farcela. Al bordo dell’adolescenza rinuncia alla spensieratezza della sua età per dedicarsi ai quattro teneri monelli. “Dove è mamma? Pensi ci abbia lasciato di nuovo?”, recita Arri. Niente dramma, nostalgia o smarrimento. Paura, ma al tempo stesso speranza. “Balla, e non avere paura”. God Bless The Child, dal titolo di una nota ninna nanna, racconta momenti di vita reale, come per scongiurare la solitudine e l’abbandono di cui sono vittime spesso i più piccoli.

Autobiografia e vicende universali si mescolano in un film tanto dolce e puro quanto amaro. Nell’arco temporale di una giornata, dalle prime ore dell’alba a notte fonda, la macchina da presa si insinua nella loro vita. Primi e primissimi piani per raccontare una ferita interna, lacerante, ma al tempo stesso il coraggio di questi bambini di restare uniti nell’innocenza. Boo, Eli, Arri, Jonah e Harper sono i figli di tutti. I fanciullini con cui giocare e da abbracciare, per donare loro il calore materno e familiare di cui sentono la mancanza. Un vuoto che provano a controllare e colmare con fantasia e amore. “Dormi piccolo, non piangere”.