Gigolò affermato, Filippo (l’ex “tronista” Francesco Arca) viene scelto dalle clienti solo ed esclusivamente per le sue doti sotto le lenzuola. Con le parole infatti è un vero disastro, sorta di dizionario ambulante di frasi fatte e luoghi comuni che stenderebbero anche la donna più paziente.

In seguito ad un incidente, l’uomo cambia letteralmente i connotati (quelli di Lillo, “non sei diverso, sei proprio un altro”…, il commento a caldo della sua manager), da aitante e belloccio che era si ritrova più gonfio e bruttino, ma non perde comunque la determinazione.

Prova a rimettersi in pista, con risultati deprimenti, e decide quindi di rivolgersi all’unica persona in grado di insegnargli a soddisfare le donne puntando sulla sensualità e la dialettica piuttosto che sul corpo: Max (Greg), il più grande e ambito gigolò di sempre, ritiratosi misteriosamente dal giro.

Portabandiera di una comicità di situazione (e di parola) ormai assodata e ultra riconoscibile, Lillo & Greg proseguono sul sentiero di una filmografia che non ne mortifica il garbo e l’intelligenza, ma che invece tende a reiterarne meccanismi e trovate capaci di dialogare, ancora una volta, tanto con la nutrita fanbase quanto con gli spettatori dell’ultima ora.

Gli idoli delle donne
Gli idoli delle donne
Gli idoli delle donne
Gli idoli delle donne

Nuovamente registi (stavolta affiancati da Eros Puglielli) dopo la recente esperienza di D.N.A.– Decisamente non adatti, i due comici sfruttano come di consueto la fisicità buffa (di Lillo) e la parlantina forbita (di Greg, che si camuffa anche da dj romanesco per Radio Coatta Classica, emittente che trasmette musica alta veicolandola però in maniera brutale) per costruire il continuo andirivieni di equivoci dialettici, contrasti iperbolici e via dicendo.

Per aumentare il tasso di divertimento si avvalgono anche della classe di Corrado Guzzanti, chiamato ad interpretare un narcotrafficante colombiano affiancato da una moglie decisamente più intelligente (Ilaria Spada, bravissima), che entrerà a gamba tesa nella narrazione primaria (dopo alcune sequenze di irresistibile preambolo, coi malcapitati Valerio Lundini e Marco Marzotta) quando l’amata figlia Juanita (Maryna), tenuta fino a quel momento sotto una forzata campana di vetro, finisce per soddisfare il proprio incontenibile desiderio proprio con (il nuovo) Filippo…

Corrado Guzzanti e Ilaria Spada in Gli idoli delle donne

Insomma, nulla di trascendentale sia ben chiaro, ma un’ora e mezza di briosa leggerezza, con qualche momento di risate vere (i rituali new age del guru Max, la parlata e la mimica del boss Guzzanti, la macchina presa a noleggio in Aspromonte, con lo sponsor della soppressata un tantino sovraesposto…), per un film-passatempo capace di giocare sì col demenziale ma senza il ricorso alla volgarità becera.