Genitori quasi perfetti è una sorta di Carnage all’italiana. Anzi, più che il grande Roman Polanski ricorda piuttosto l’ultima commedia di Rolando Ravello dal titolo La prima pietra. Lì il pretesto per avviare la storia era il contrasto tra genitori di religioni differenti, qui è lo scontro tra gli stessi, ma stavolta su questioni quotidiane. Partecipano alla festa di un bambino che compie otto anni, diverse mamme e papà interpretati da Anna Foglietta, Paolo Calabresi, Lucia Mascino, Marina Rocco, Elena Radonicich, Francesco Turbanti e Paolo Mazzarelli, e tra questi il conflitto è totale. Gli argomenti sono i più disparati e anche i più ovvi: dall’ospedalizzazione del parto all’allattamento passando per le chat scolastiche e i problemi di condominio. 

Dalla coppia eco-maniaca che pensa che il dolore vada vissuto come un regalo al mammo disoccupato fino a quelli isterici e a quelli completamente indifferenti, ce n’è di ogni specie ed ognuno è a suo modo imperfetto. Peccato che lo sia anche l’opera seconda di Laura Chiossone. La regista infatti ci dimostra come fare il genitore sia il mestiere più difficile del mondo, ma allo stesso tempo ci mostra (purtroppo) che è difficile anche fare un bel film e scrivere una bella sceneggiatura. Insomma, se i genitori non sono perfetti, tantomeno lo è questo film il cui limite risiede proprio in una scrittura fatta di dialoghi e personaggi isterici e sopra le righe. Dispiace perché l’idea alla base, questa sorta di vademecum delle varie sfumature del genitore, non era affatto male e si perde nel corso di questa tragicommedia esasperata dal forte impianto teatrale. Con nostalgia viene in mente, a proposito di teatro e di genitori, il fantastico monologo scritto da Mattia Torre (autore recentemente scomparso) e interpretato da Valerio Mastandrea intitolato I figli ti invecchiano. Ecco, lui sì che riusciva a descrivere in pochi minuti cosa significa e cosa si prova ad essere padri o madri in modo perfetto e senza il quasi.