Nel 2034 l'audience mondiale è soggiogata dalla visione di “Slayers”, gioco interattivo in cui i giocatori “telecomandano”, in un combattimento all'ultimo sangue, esseri umani scelti tra i detenuti condannati a morte. Per chi sopravvive a 30 round di gioco in palio c'è la libertà, per il suo giocatore fama e ricchezza. Kable (Butler) è arrivato a 29 battaglie vinte, ma l'inventore del gioco, Castle (Hall), ha più di un motivo perché non riesca nell'impresa…
Rozzo e caciarone come non mai (a rischio di comprensione trama), Gamer ha dalla sua il ritmo mozzafiato e la credibile descrizione di una società degradata e assuefatta ad ogni abominio propinato via cavo o etere, pronta a tifare per eroi costruiti (loro malgrado) a tavolino. Neveldine e Taylor puntano alla pancia, e (per intenderci) non lesinano in esplosioni e nudi femminili. Ma per un film volutamente “sporco” e di grana grossa, degno B-movie dei nostri tempi, non serviva un happy end così accomodante. Parata di star della fiction: Michael C. Hall e il suo numero musicale restano nella memoria, Milo Ventimiglia (nei risibili panni in latex del sessuomane Jack Rape) deve invece sperare che in pochi si accorgano di lui.