George Simmons (Sandler) è un idolo. Cabarettista e attore comico di enorme successo, non fa un passo senza che qualcuno lo fermi per una foto ricordo o, meglio ancora, senza che qualcuna finisca nel suo letto. Quando gli viene diagnosticata una grave malattia del sangue, però, tutto inizia a perdere di senso: come sarebbe la sua vita se non avesse perso per strada l'amore vero, se non avesse tagliato i ponti con la famiglia e, soprattutto, se avesse avuto al fianco qualche sincero, buon amico? L'occasione per rimettersi a pari, inaspettata, si presenta grazie al giovane Ira Wright (Rogen), aspirante cabarettista - buon talento in scrittura ma un pò carente sul palco… - che viene assunto da Simmons in qualità di assistente e autore: per entrambi, sarà l'incontro della vita. Terzo film da regista per Judd Apatow - dopo 40 anni vergine e Molto incinta - che per la prima volta (anche da produttore e sceneggiatore) porta sullo schermo una storia prendendo spunto da molte situazioni autobiografiche, inerenti il mondo del cabaret e le persone accanto alle quali è cresciuto: ne viene fuori un racconto sentito e irresistibile, a metà strada tra il metacinema (con le varie locandine e gli spezzoni di finti film demenziali interpretati da George Simmons, vedi MerMan, "Il sirenetto") e il metacabaret, riflessione dolceamara su una realtà solo in apparenza greve e scanzonata, universo soprattutto negli States popolato da star affermate e pseudonerds in cerca di fama e popolarità. Funny People, per l'appunto, disadattati - chi più chi meno - ma dotati comunque di enorme talento: così come gli attori al servizio di Apatow, dal "malincomico" Sandler all'alter ego del regista Seth Rogen, da Eric Bana (tornato alla comicità delle origini, The Eric Bana Show Live) a Leslie Mann, moglie di Apatow nella vita reale. Per non parlare del solito, finto crepuscolare Jason Schwartzman e di Jonah Hill, altro enfant prodige della comicità a stelle e strisce. Curiosità: il collega di Rogen al fast food è il rapper RZA, mentre Eminem si concede una cenetta con Sandler.