"La mia vita è appesa a un filo, ma non sono una malata terminale. Sono al guinzaglio di una cuffia telefonica e sto per compiere il terzo compleanno da operatrice di call center. Che cosa devo espiare?". Così parlò la precaria, una delle tante intervistate dal regista brindisino e milanese d'adozione Federico Rizzo per Fuga dal call center (FDCC), progetto indie-meneghino prodotto da Gagarin e Ardaco. Protagonisti Angelo Pisani (comico del duo Pali e dispari) e Isabella Tabarini, coppia da 1.250 euro al mese, che si barcamena tra call-center, più o meno erotici, nonni che si fanno le canne, pulizie a casa dei filippini e occasionali furti al supermarket di test di gravidanza. Fin qui tutto bene, anzi no: la paranoia la fa da padrone, soprattutto quando - recita l'azzeccatissimo claim - "cade la linea tra precariato e sentimenti". Allora Fuga, e fuga sia, verso un futuro gravido di incertezze: scelta coraggiosa, da sostenere, come questa docu-fiction. Che non dribbla i tic e i vezzi dell'indie low-budget e sconta le esibite buone intenzioni, ma sa farsi piccolo piccolo per mettere il dito nelle piaghe sociali che il Cinema Italiano troppo spesso ignora: colpevolmente. Non lasciamolo andare in fuga...