Dopo aver spinto la comicità oltre i tabù con Tutti pazzi per Mary, Bobby e Peter Farrelly esplorano con Fratelli per la pelle l'umorismo in campo familiare. Il fatto che si tratti di gemelli siamesi rende la storia poco plausibile. Ma poco importa, perché i due registi-sceneggiatori-produttori hanno ben delineato trama e personaggi al punto da renderli credibili. Verosimiglianza forse anche dovuta alla biografia personale a cui i Farrelly possono attingere, perché questi talentuosi autori sono artisticamente inseparabili da oltre un decennio, cioè dal loro debutto nella regia con il film rivelazione Scemo & più scemo. E qui, nel narrare la storia di due gemelli siamesi diversissimi di carattere ma uniti per il fegato in comune, la costellano di battute esilaranti e situazioni originali, ma non volgari. 'Sei sicuro che ti serve il fegato?', dice un'amica (Eva Mendes) a Walt (Greg Kinnear), il fratello che ha meno possibilità di farcela in caso di operazione. Ma è proprio Walt che vuol sfondare a Hollywood, così convince Bob (Matt Damon) a trasferirsi a Los Angeles, in nome del patto stretto da bambini: nessuno dei due avrebbe mai trattenuto l'altro. Così i fratelli lasciano la loro città d'origine, dove sono amati e stimati, e Bob si adatta a malincuore alle luci della ribalta, mentre all'inizio sembra che il sogno di Walt sia miseramente destinato a fallire. Fintanto che non incontrano Cher che, desiderosa di boicottare la serie televisiva per cui è stata scritturata, sceglie proprio Walt come suo co-protagonista. Ma invece di affossare il programma, la sua presenza lo fa volare in cima agli ascolti e i gemelli diventano due celebrità. Nel frattempo Bob si è innamorato di una donna conosciuta su Internet, ma non ha il coraggio di rivelarle la situazione. Così i fratelli si trovano ad affrontare una nuova, difficile, scelta comune. Con la commedia, oltre a far ridere, i Farrelly si interrogano anche sui risvolti morali della faccenda: non solo quelli generati da un legame tra strettissimi congiunti ma anche dal contatto con il dorato e spietato mondo hollywoodiano. A questo ultimo proposito il film ci regala anche dei gioiellini: Cher è perfetta nel ruolo di sé stessa, attrice arrogante e sentimentalmente legata a un amante-bambino, in un'autoironica presa in giro di sé stessa e della sua mania di inseguire l'eterna giovinezza; come anche Meryl Streep, che evidenza la sua natura gentile, e un gran numero di altri ruoli cameo (anche Catherine Zeta-Jones). Oltre ai bravissimi protagonisti è degno di menzione anche Seymour Cassel, nel ruolo dell'agente nevrotico in carrozzella.