Buon giallo-thriller claustrofobico, quasi tutto ambientato su un aereo. Una tesa regia di suspense, un intrigo che funziona (a parte qualche tassello), non solo d'azione ma con implicazioni psicologiche (la perdita delle certezze) nonché d'attualità (la diffidenza e la paura del terrorismo in volo del dopo-11 settembre). E una bravissima Jodie Foster, con figlia da salvare, in situazioni analoghe a quelle di Panic room. Qui, durante un volo Berlino-New York, sparisce la figlioletta di una vedova. E nessuno sembra averla vista…Il regista tedesco Robert Schwentke - autore del cruento Tattoo - in Flightplan - Mistero in volo dimostra di saper inchiodare gli spettatori sulle poltrone in sala almeno quanto i passeggeri del film con le cinture allacciate. Costruisce il film forse più "teoricamente" hitchcockiano degli ultimi anni. Le coordinate del maestro ci sono tutte: paura, identità, vertigine, complotto, ambiente con via d'uscita da cercare, paternità/maternità, trauma, innocente non creduto, sospetto, agente ambiguo, salvezza a costo di rimpadronirsi della realtà e della verità. Hollywood e gli aerei: dai drammi catastrofici (la serie Airport), alle citazioni demenziali (L'aereo più pazzo del mondo, etc.) fino agli action politici col presidente USA (Air Force One). Flightplan è invece un'angosciante riflessione sulla linea che separa la lucidità dall'immaginazione, la forza della ragione e della speranza dal buco nero della psicosi e della follia.