C’è la storia vera dei Granite Mountain Hotshots, una vicenda di coraggio e sacrificio terminata nel 2013 tra le fiamme del devastante incendio di Yarnell Hill. Ci sono i maestosi paesaggi dell’Arizona, aridi e immensi. E poi c’è il fuoco, temuto e rispettato, nemesi e missione, che pian piano si conquista sempre più spazio sullo schermo fino a inghiottire tutto. Quello che rimane oltre la cenere sono le famiglie dei coraggiosi protagonisti, quegli affetti che avevano sorretto l’impegno degli Hotshot tra angosce e contrasti, ma anche orgoglio e supporto.

La squadra municipale di Preston, Arizona, guidata da Eric Marsh (Josh Brolin), era determinata da anni a farsi certificare come unità “hotshot”: riconoscimento onorifico che indica l’élite dei vigili del fuoco, unità speciali dei Servizi Forestali. Alla storia professionale e collettiva della squadra, tra ostacoli e difficoltà verso l’obiettivo di diventare la prima unità municipale Hotshot degli Stati Uniti, si intreccia quella personale di Brendan McDonough (Miles Teller), giovane recluta con un passato di dipendenza dalle droghe. Inizialmente deriso ma presto accolto fraternamente, Brendan riesce a ricostruire la propria vita  con impegno e coraggio, complice il supporto di Marsh e l’amicizia fraterna con il compagno di squadra Christopher MacKenzie (Taylor Kitsch).

Se quella di Fire Squad - Incubo di Fuoco è la storia di un gruppo di “eroi della porta accanto”, è anche e soprattutto una storia di fratellanza e di senso di comunità.

La sceneggiatura di Ken Nolan e Eric Warren Singer cerca di evitare un tono eccessivamente agiografico mettendo in scena personaggi combattuti e relazioni sfaccettate che conferiscono al film una doppia anima: quella più intimista e talvolta ironica che esplora i rapporti personali, e quella più spettacolare e tragica che culmina nella tensione delle scene finali. In mezzo il cameratismo dei Granite Mountain Hotshots, il legame fortissimo e indissolubile di compagni che insieme, coprendosi a vicenda le spalle, si trovano ad affrontare le forze della natura.

Sebbene i personaggi siano ben delineati (interessanti anche i ruoli di Amanda Marsh e Duane Steinbrink, interpretati rispettivamente da Jennifer Connelly e Jeff Bridges) e gli interpreti di indiscusso valore, a Fire Squad manca quel guizzo che avrebbe potuto renderlo più coinvolgente e allontanarlo dal classico film celebrativo.

Lo svolgimento della trama, portato avanti sul modello di uno war movie, senza essere sostenuto da un ritmo particolarmente incalzante risulta trascinato eccessivamente per le lunghe anche a causa della sua prevedibilità. Il trucco meglio riuscito allora risulta essere una certa sensazione illusoria (e senza speranza) d’invincibilità, sostenuta per tre quarti di film in virtù della passione e della competenza dei protagonisti, e frantumata davanti all’impossibilità – anche del più eroe fra gli eroi umani – di domare la natura.