Che cosa hanno in comune uno scrittore francese dell’ottocento che vive rinchiuso in uno scantinato, uno studente di filosofia dei giorni nostri, imbranato e sognatore, e infine un bambino sperduto in un bosco che sembra uscito dritto da una fiaba gotica? La risposta risiede all’interno di un libro scritto dal primo, ritrovato e letto dal secondo e vissuto in prima persona dal terzo protagonista, quel Fantasticherie di un passeggiatore solitario che, a metà fra romanzo di formazione e ricettario fantastico, sembrerebbe poter spalancare le porte a un luogo magico di nome Vacuitas...

Al suo esordio nel lungometraggio, il regista Paolo Gaudio mescola recitazione in carne e ossa e animazione in stop motion, moltiplica piani narrativi e temi affrontati, citazioni letterarie e filmiche, realizzando un’interessante incursione tutta italiana nel mondo del fantastico puro. Incertezze interpretative, eccezion fatta per l’ottimo Luca Lionello qui nei panni dello scrittore, e qualche caduta di ritmo non inficiano tuttavia il risultato finale che trova la sua ragion d’essere nella voglia di sperimentare, di accostare stili e idee e di realizzare, infine, un appassionato elogio al mondo dell’immaginario.