Quando il cinema viene realizzato con coerenza e lucidità quasi sempre si fa centro, a prescindere dal budget. La nuova regia di David Ayer ne è esempio più che calzante, e vince la scommessa di raccontare in maniera precisa la vita di strada dei poliziotti che pattugliano South Central, la parte più pericolosa di Los Angeles. Oltre che le gesta coraggiose e l'attaccamento al dovere, in scena viene messa anche la parte più umana e, perché no, discutibile di chi ogni giorno svolge questo mestiere.
Ecco quindi che gli agenti Taylor e Zavala, e tutti gli altri colleghi che lavorano a fianco dei due protagonisti, vengono delineati in tutte le loro sfaccettature con sorprendente umanità. In End of Watch si sorride delle facezie maschiliste dei loro discorsi sulle donne, e magari un minuto dopo si rimane sconvolti dalla violenza che si scatena all'improvviso. Girato e montato in maniera adrenalinica, il film di Ayer riesce a cambiare registro mantenendo una freschezza e una verità indiscutibili, grazie anche alla fantastica prova di Jake Gyllenhaal, del sorprendente Michael Peña e degli attori di contorno. Peccato per un finale leggermente retorico, perché tutto il resto è cinema viscerale e coinvolgente.