Bella è bella, persino troppo. Così Nicole Kidman per vincere l'Oscar due anni fa ha dovuto imbruttirsi e vestire i panni della intelligente ma scarsamente fascinosa Virginia Woolf. Ignorata quando tornata splendente nei panni della innamorata fedele di Ritorno a Could Mountain, l'attrice australiana si è allora messa di impegno per trovare un soggetto che facesse di nuovo risaltare le sue doti di interprete. Immaginiamo che abbia fatto un salto sulla sedia quando ha letto la storia di Birth, ritratto a tutto tondo della giovane Anna, alla quale il destino ha strappato l'amatissimo marito Sean. Dopo dieci anni, alla vigilia delle nozze con un manager tanto indaffarato quanto attento ai suoi bisogni, un ragazzino arriva a sconvolgerle la vita. Il piccolo ha dieci anni, giusto il lasso di tempo passato dalla scomparsa di Sean, e afferma di essere la sua reincarnazione. Anche il nome è lo stesso, ma cosa più sorprendente sembra conoscere particolari della loro vita a due che nessuno dovrebbe sapere. Credere? Non credere? Tutto si complica quando Anna comincia a pensare che il nuovo matrimonio sia un errore e a sentire rinascere dentro di sé l'antico sentimento. Non sveliamo oltre perché il finale, ambiguo come è giusto che sia, ha in serbo un paio di colpi scena che lasciano molte domande senza risposta. Domande che sono poi le stesse che ogni individuo si pone almeno una volta nella vita. Si può comunicare con i morti? Per chi ha tanto voluto bene è possibile tornare a far sentire di nuovo il proprio calore, magari attraverso l'affetto di qualcun altro? E ancora: un amore forte, profondo, generoso, scompare con la morte della persona amata? Birth si guarda bene dal dare risposte, si diceva. E non cede nemmeno alla tentazione di creare atmosfere soprannaturali, il vero mistero al centro del film è quello della natura profonda dell'amore, insondabile, sfuggente, inspiegabile. Buona parte delle intenzioni del regista sono condensate nella figura di Anna, alla quale la Kidman dà tutta l'anima pur di arricchire un personaggio che nel corso della vicenda è travolto da un fiume di sentimenti diversi. La sua recitazione ha però qualcosa di eccessivamente costruito. Chissà se convincerà la giuria a regalarle quella Coppa Volpi che Müller ha preannunciato per lei.