Non esistono lupi cattivi, ma lupi tristi. Sulla falsariga di questa favola, il cinema continua a cercare di dare una parvenza umana ai mostri o una giustificazione alle loro azioni. Dracula Untold, diretto da Gary Shore, vuole dimostrare come perfino il più crudele succhiasangue della storia, Vlad l'Impalatore, tenti di sottrarsi ad un destino violento e crudele. Immortale, per giunta.Il principe di Valacchia, interpretando da Luke Evans, avrebbe avuto davanti a sé un'unica scelta, la dannazione derivata dal martirio. Vlad III tenta di salvare il suo popolo dalle ingerenze del sultano Mehmed Secondo (Dominic Cooper), ma soprattutto il figlio. Destinato a vivere, in qualità di prigioniero/assicurazione regale presso la corte nemica, il ragazzo avrebbe vissuto quello che il padre ha patito nell'adolescenza, questa volta reclutato assieme ad altri 99 coetanei tra le fila dell'esercito nemico. L'istinto genitoriale di Vlad non si piega alla ragion di stato e l'unica speranza di vittoria risiede nell'immortale viaggio da creatura della notte.I toni horror si mescolano al racconto di guerra che domina la maggior parte della pellicola: le tinte dark sono incorniciate da una fotografia ricercata ed esaltate da alcune scelte visive di sicuro impatto (come il mantello del principe che diventa un nugolo di pipistrelli), tuttavia non sono sufficienti a reggere l'ambizione di offrire al mito una nuova declinazione. Attingere al passato del vampiro per indagarne la psicologia funziona fino ad un certo punto perché la sceneggiatura vorrebbe rappresentare una variante dai canini aguzzi di Batman Begins senza riuscirci.La prevedibilità di alcune situazioni, la mancanza di profondità di certe scelte narrative e la bidimensionalità di alcuni personaggi impediscono alla pellicola di elevare la leggenda ad un livello superiore o pari alle versioni precedenti. Il mondo non ha più bisogni di eroi, dice il protagonista, ma forse in sala c'è ancora spazio per questo guilty pleasure.