Il regista inglese James Marsh (classe 1963), Oscar per il documentario Man on Wire, porta sul grande schermo l'IRA con Shadow Dancer, in Italia Doppio gioco – La verità si nasconde nell'ombra. E per farlo utilizza la realtà riadattata alla finzione del bestseller omonimo di Tom Bradby, corrispondente per la ITN (Independent Television News) in Irlanda del Nord dal 1993 al 1996. Con Bradby alla sceneggiatura, realizza una spy-story che sa di quegli anni, e che vive di interni soffocati, ed esterni senza via di uscita. Colette (Andrea Riseborough, pluripremiata in territorio inglese) ha un passato segnato che deve espiare, e decide per l'IRA. Viene catturata, e l'agente Marc (Clive Owen, malinconico quanto la pioggia) cerca di farla diventare una “Shadow Dancer”, una che fa il doppio gioco. Col mantra “Nessuno morirà, nessuno si farà del male”, e soprattutto spingendo l'acceleratore sul lato più vulnerabile – quello materno - di Colette, Marc ci riuscirà, però cadendo insieme a lei in quelle ombre, in cui si nascondono sia sentimenti che segreti insospettati. Ma a quale costo? James Marsh sa raccontare, non lasciando scappare i suoi personaggi, incrostati nella ruggine opaca di un'epoca.