Il quindicenne Klemen adora il fratello maggiore, che considera il suo migliore amico. Quando Peter si innamora della sensuale Sonja, il mondo di Klemen si sgretola.

Rabbia, gelosia, invidia pian piano lo travolgeranno fino a che non escogiterà dei piani assurdi per distruggere il legame tra i due innamorati.

Don't Forget to Breathe è dunque un dramma intimo sulla crescita, l'adolescenza, i primi amori e le forti emozioni che si provano in questa fase della vita.

 

Il regista sloveno Martin Turk ambienta la storia tra la natura selvaggia dei monti della Slovenia: un paesaggio che ben aiuta a rappresentare l'inquietudine e gli impulsi irrazionali che dominano quell'età nella quale non si è più bambini, ma ancora non si è adulti, e nella quale nulla è sicuro, ma tutto è possibile.

E si ispira apertamente al recente Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino nel filmare quei paesaggi incontaminati e quell'estate nella provincia.

Di fatto la regione della Carniola Bianca (in sloveno Bela Krajina) con il suo fiume è anch'essa una dei protagonisti di questo film, a tratti molto poetico.

Girato con attori non professionisti, Don't Forget to Breathe mette quindi al centro l'adolescenza, proprio quel periodo della vita al quale sembra ancora appartenere anche il terzo lungometraggio del regista sloveno, che non riesce pienamente a farci provare le emozioni che vorrebbe invece suscitare (non bastano le mille scene in cui Klemen con la faccia da guardone spia le dolci effusioni che si scambia suo fratello con la fidanzata).

Insomma, se il protagonista Klemen compie un rito di passaggio verso la maturazione umana, si può viceversa dire che Martin Turk ancora non ha raggiunto completamente la maturazione artistica.