La finzione cinematografica ama intimidire il genere umano. Attacca il nostro pianeta con orde di alieni assetati di sangue, guerre interplanetarie e nemici venuti da lontano. Nell’immaginario comune, si preferisce pensare a una minaccia esterna, apparsa quasi dal nulla. Ma quando i cattivi siamo noi? La situazione si complica, specialmente nel caso di un documentario. Il cinema della realtà non usa sotterfugi e punta dritto alla denuncia. E il sempreverde “tanto è solo un film” perde la sua efficacia.

In seguito alla pubblicazione di uno studio che annuncia la possibile scomparsa del genere umano entro il 2100, un gruppo di ragazzi inizia un viaggio intorno al mondo. L’obiettivo è dimostrare che un futuro sostenibile è possibile. L’umanità si può ancora salvare e deve iniziare a lavorare fin da subito. Domani è un documentario che si divide in cinque capitoli e non si limita a criticare, ma offre soluzioni tangibili, già presenti sul nostro pianeta.

I registi Mélanie Laurent e Cyril Dion incontrano molti pionieri del nostro tempo, e dimostrano che non tutto è perduto. Bisogna solo mettere da parte gli interessi individuali e ragionare come una comunità. I temi affrontati sono cinque: agricoltura, energia, economia, democrazia e istruzione. La platea scoprirà che si può coltivare senza pesticidi, che ogni cittadino può avere il proprio orto anche in una grande città. E che non per questo bisogna tornare a una vita rurale. Vedremo Paesi che lavorano per eliminare il petrolio, conosceremo paesini che stampano una moneta propria. Per poi andare in India, a scoprire come una democrazia diretta può cambiare una società. Infine sbarcheremo in Scandinavia, per toccare con mano gli effetti di un’educazione scolastica meno rigida e più curata.

Le interviste agli esperti mantengono un tono leggero ed evitano di cadere nel trattato scientifico. I registi girano un film positivo, mai disfattista e pronto a lanciare un messaggio di speranza. Si viaggia, si ride, si scherza e si mantiene un approccio “giovane”, per invogliare le nuove generazioni a cambiare il presente. Il cinema della realtà racconta le storie di piccole comunità controcorrente e mantiene una vena ecologista quasi militante. I ragazzi in questione non vogliono emulare le gesta di Michael Moore, ed evitano manie di protagonismo. Non parlano quasi mai e cercano di inquadrare il mondo invece di loro stessi. Lo spettacolo ne risente, ma il montaggio dinamico mantiene vivo l’interesse. Talvolta s’inciampa in sequenze da videoclip e serve una bella inquadratura per tornare in carreggiata. In ogni caso le intenzioni sono buone e il messaggio arriva forte e chiaro.

Domani è un documentario giovane, che trova la propria forza nell’entusiasmo delle nuove generazioni. Non sappiamo se da qui al 2100 esisteremo ancora, ma la Laurent e compagni sono stati chiari: domani è oggi, e cambiare è possibile.