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E' di pochi anni fa la vicenda dell'insegnante americana finita in carcere per la relazione con uno studente. Del rapporto i media hanno rivelato ogni particolare fino all'apparente lieto fine: i due sono oggi sposati. Restano aperte le domande di fondo: cosa spinge una donna matura a sedurre un ragazzino? Perché un teenager ricerca una figura così smaccatamente materna? E quale ruolo giocano i comprimari: mariti, padri, amici, persino figli? Diario di uno scandalo, l'intenso film di Richard Eyre tratto dal romanzo di Zoe Heller che a quella "tragedia americana" sembra ispirato, risponde implicitamente ai quesiti facendo piazza pulita dei luoghi comuni e rifuggendo i momenti a base erotica per concentrarsi sui sentimenti, sulle paure, sulle nevrosi dei protagonisti. Eyre costruisce un quadro dove Sheba, l'infelice quarantenne fatta vivere da Cate Blanchett, il giovane amante Steven, il comprensivo marito Richard, sono dolorosamente artefici del proprio destino pur restando tutto sommato sullo sfondo. A tenere i fili la frustrata insegnante ultrasessantenne Barbara, cui un'impareggiabile Judi Dench regala toccanti sfumature. Il diario dello scandalo è il quaderno su cui l'anziana signora ferma pensieri ed emozioni, ma soprattutto il dolore che ne ha congelato l'esistenza in un eterno presente. L'incontro con Sheba è l'ultima spiaggia, la mano cui aggrapparsi sull'orlo del precipizio...