La musica può essere un’arma, per la pace. Così la pensa il Maestro Sporck (Peter Simonischek) che decide di creare un’orchestra formata da giovani israeliani e palestinesi affinché eseguano un concerto straordinario all’unisono.

E’ possibile suonare insieme, ovvero comunicare e parlare, tra chi grida “nessuna pace con gli arabi” e chi risponde “fuori i sionisti, la Palestina ai palestinesi”? Tra chi ha paura di andare in un bar e perdere la propria vita perché lo fanno saltare in aria e chi da anni vede la propria terra occupata dai carri armati?

Sporck ci prova in quest’impresa tra le parti che sembra quasi impossibile, in questa sorta di rieducazione che fa mettere gli uni nei panni degli altri, e per un attimo i palestinesi porteranno sulla propria nuca la kippah, viceversa una ragazza ebrea indosserà il velo.

Liberamente ispirato alla storia della “West-Eastern Divan Orchestra” creata da Daniel Barenboim e Edward Said con lo scopo preciso di favorire il dialogo fra musicisti provenienti da paesi e culture storicamente nemiche (ma, per rimanere tra i confini nostrani, viene in mente anche l’Orchestra di Piazza Vittorio con il suo insieme eterogeneo di tradizioni culturali, di religioni e di etnie che convivono giorno dopo giorno) Crescendo è un film diretto da Dror Zahavi.

 

Nato a Tel Aviv e poi trasferitosi in Germania per lavorare nel cinema il regista prova a farci sognare un mondo migliore nel quale Israele e Palestina possono convivere, rispettandosi e ascoltandosi e suonando non l’uno contro l’altro, ma insieme.

“E’ fantascienza questa”, dice un ragazzo dell’orchestra. E in effetti lo pensiamo anche noi spettatori. Ma anche se a tratti questo film si abbandona all’utopia, è talmente bello sognare un mondo migliore sulle note del Bolero di Ravel che per un attimo pensiamo tutto questo possa avverarsi: basta ascoltare la stessa musica.