Leo vive a Dublino da anni, finché un giorno è costretto a tornare nella natia Puglia per sistemare una questione d'eredità. Accompagnato dalla bella moglie irlandese, affascinata dai luoghi, Leo decide di restare in paese per l'estate, stabilendosi nell'avita residenza di famiglia. Pessima idea: ben presto tenebrose presenze giungeranno a turbare la pace dell'idillio vacanziero e a trasformare la vita della coppia in un incubo. Una volta il cinema di genere, in questo caso l'horror, era il fiore all'occhiello del made in Italy: si parla, a proposito, di “onesto artigianato”. Nel caso di Controra non c'è neanche quello. La sceneggiatura non è (quasi) mai il punto forte di un horror e i pastrocchi con cui si misuravano maestri del calibro di Fulci e Argento sono qui a dimostrarlo, ma se a tappare i buchi di una struttura fragile manca inventiva stilistica allora la frittata è fatta. Rossella De Venuto, all'esordio nella regia, infarcisce una storia di per sé strampalata con i peggiori cliché del genere (la donna-artista che rileva oscure entità, il prete diabolico, la comunità ostile), e tutto senza scatti di ritmo o soluzioni registiche di rilievo. Ci resta solo il cinema d'autore?