Anche se non verrà ricordato come l'action più esplosivo ed originale degli ultimi tempi il film diretto dall'islandese Baltasar Kormákur possiede il pregio innegabile di essere gradevole cinema “medio” studiato con lucidità e realizzato senza inutili sprechi di denaro. Anche se nel lungometraggio non ci sono scene inutilmente spettacolari, l'adrenalina scorre comunque al momento giusto, come ad esempio nella bella sequenza della rapina dei dipinti di valore (e qui la lezione di un cult come Heat di Michael Mann è evidente).
Per il resto, la costruzione drammatica è scandita in maniera piuttosto precisa, la regia è sicura e scarna al punto giusto, le interpretazioni sono quasi tutte di buona qualità, impreziosite da “spalle di lusso" come quelle di Ben Foster, Giovanni Ribisi e J. K. Simmons. Mark Wahlberg, protagonista e coproduttore del film, si cuce addosso un ruolo perfettamente adatto alle sue possibilità e tutto sommato risulta piuttosto convincente, al contrario di una Kate Beckinsale completamente fuori parte.
Per chi vuole gustare cinema di genere senza troppi fronzoli il biglietto comprato per vedere Contraband può significare un investimento abbastanza riuscito.