Menage a troìs con delitto nel mondo dell'arte. Un critico affermato (Sergio Rubini), la giovane allieva (Vittoria Puccini) e uno scultore squattrinato (Riccardo Scamarcio). Una recita sentimentale che va avanti tra inganni e sospetti, lusinghe e carognate. Alla fine ci scappa anche il morto. Per la sua nona regia Rubini mira alto, mescolando schemi noir e accenti melò, Greenaway e Sirk. Da un lato vorrebbe rielaborare il mito del Faust in chiave soggettiva, dall'altro utilizzare il registro passionale per denunciare l'arrivismo nel mondo dell'arte. Il regista de La terra non riesce però a sostenere le sue ambizioni, causa l'ansia smodata di provocare la critica a scapito della drammaturgia.   Per la recensione completa leggi il numero di aprile della Rivista del Cinematografo