A un anno dalla morte, il primo film sull'uccisione dell'America's Most Wanted, Osama Bin Laden. Diretto da John Stockwell (Turistas) e interpretato da Cam Gigandet, Xzibit, Kathleen Robertson e Anson Mount, Code Name: Geronimo svela i retroscena dell'impresa che il presidente Obama comunicò alla Nazione alle 23.35 del 2 maggio 2011: l'uccisione del leader di Al Qaeda, auto recluso in un compound in Pakistan, per mano di uno squadra speciale di Navy Seals, gli incursori della Marina.
Tre le storie che si intrecciano in questo adrenalinico action-movie: l'addestramento dei Seals, che proseguirà nella base di Bagram, Afghanistan, da cui ignari fino all'ultimo prenderanno il volo sui Black Hawk - uno finisce down, in effetti - per colpire il terrorista globale; la sorveglianza sul posto di due agenti CIA sottocopertura, durata 8 mesi; i rovelli e le decisioni in merito dei pani alti di Langley. Tutto frullato concedendo il primo piano all'azione e qualche carrellata alla psicologia dei protagonisti, debitamente tagliata con l'accetta, vedi le corna che turbano l'armonia dei Seals. D'altronde, di sana e robustissima costituzione come sono, è lecito andare un tanto al chilo, e Stockwell non lesina.
Ma c'è di più, di meglio: la caccia all'uomo ha pathos epico e sudore bellico, e soprattutto Code Name: Geronimo con tutte le rudezze e le debolezze del caso sa mettere l'occhio nel buco della serratura o, se preferite, nel mirino per dare alla finzione il compito, non meramente informativo, di dirci come andò. E ce lo dice, in effetti, soprattutto nei cartelli finali. I due agenti Cia sottocopertura oggi rischiano l'ergastolo, o peggio, e il medico locale che contribuì a dare alla Cia la certezza della presenza di Osama nel compound si è beccato 30 anni di carcere. La risposta Usa? Il taglio di 30 milioni di fondi al Pakistan. Ma dollaro più, dollaro meno, continuano a versare nelle case di Islamabad 2 miliardi all'anno…