Ne Il visconte dimezzato, Calvino scrive: "Uno si crede incompleto ed è soltanto giovane. Ecce Charlie Bartlett. Genio e sregolatezza, e la tipica protesta della sua età: l'ossessione di piacere contro la coscienza dei propri limiti. Perché smerciare il prozac ai compagni di scuola? "Voglio piacere", risponde il protagonista al preside - Yelchin e Downey Jr. fanno a gara di bravura - . E se questi lo mette alle corde, Charlie così si giustifica: "Ho 17 anni. Sono un ragazzo". Il tema del "visconte dimezzato", dell'uomo diviso in due, è il tarlo dei personaggi - grandi compresi - nell'esordio di Jon Poll. Coltivano aspirazioni che impattano contro umane vulnerabilità. Essere riconosciuti, barare se è necessario. Charlie confonde la droga con la filantropia, il preside maschera i desideri di rivalsa con il rispetto delle regole. Colpevoli entrambi, ma minore indulgenza per l'attempato signore. La regia non nasconde le simpatie e confeziona un'opera sbilanciata, delicata e irriverente, basata sul meccanismo dello scambio: adulti come ragazzini, bulli dal cuore tenero, dramma che volge in commedia. Tocco leggero. Un merito quando si bada allo spettacolo. Un rischio se hai qualcosa d'importante da dire.