Tutto cambia, tranne alcuni film. E’ il caso di Cambio tutto! di Guido Chiesa, disponibile su Prime Video dal 18 giugno, che vede protagonisti Valentina Lodovini e Libero De Rienzo.

Due ex fidanzati che ancora chattano tra loro alle tre del mattino. Lei perché non riesce a dormire per via del compagno (Dino Abbrescia) che russa e per colpa del vicino di casa che ogni notte trasforma il suo appartamento in una sorta di discoteca, e lui perché sta per sposarsi, ma è pieno di dubbi. Come andrà a finire tra i due non si dice per non fare spoiler, ma si capisce già dalla prima scena. E poco cambia, anzi forse è pure peggio, se il finale non è poi quello super scontato, ma vira verso una soluzione lievemente meno prevedibile perché il risultato è comunque quello del visto e rivisto e non (solo e semplicemente) perché è un remake del film spagnolo Una mujer sin filtro di Luis Eduardo Reyes.

Giulia, una quarantenne che lotta ogni giorno contro i chili in eccesso (che poi grassa la Lodovini non è), passa repentinamente dall’essere una repressa che soccombe a qualsiasi cosa, incapace di farsi rispettare, al diventare una senza peli sulla lingua e aggressiva grazie all’aiuto di un counselor olistico (Neri Marcorè) che scoperchierà  “tutte le sue emozioni compresse tra il quarto e il quinto chakra” tirando fuori la donna libera e determinata che è in lei.

Cambiamenti di personalità che avvengono come per magia e senza alcuna introspezione psicologia, ma che fortunatamente Valentina Lodovini riesce in qualche modo a restituirci grazie alla sua versatilità. In realtà quello che proprio non funziona di questo film sono i comprimari (dal capo che subisce il fascino delle nuove impiegate all’influencer un po’ cretina fino al compagno pittore squattrinato e alla migliore amica presa solo da se stessa e dal cellulare):  tutti poco credibili, eccessivi e pieni di luoghi comuni. Gli stessi luoghi comuni che questa storia vorrebbe scardinare e dai quali viene invece sommersa, allontanandosi dalle sue buone intenzioni iniziali ovvero quelle di riflettere sull’emancipazione femminile e sulle difficoltà dell’essere donna oggi.

E a ben poco serve il punto esclamativo alla fine del titolo, che vorrebbe dare un po’ di brio, e al contrario non fa altro che enfatizzare che cambia tutto per non cambiare niente, perlomeno nel caso di certi film. Speriamo non sia lo stesso per la parità tra uomo e donna.