Basterebbero i titoli di testa di Burn After Reading - film Fuori Concorso che stasera aprirà ufficialmente il Festival di Venezia - per avere sin da subito chiare le intenzioni dei fratelli Coen, che per la prima volta concepiscono una vera e propria spy-story senza però dimenticare (anzi, caricandone alcuni aspetti) i tratti distintivi dei loro ormai non più occasionali divertissement d'autore. Intrigo corale, fisime e paranoie dell'uomo di mezz'età contemporaneo, ricatti e sospetti: tutto ruota intorno al ritrovamento fortuito di un CD contenente informazioni dettagliate su Osbourne Cox (John Malkovich), analista della CIA fresco di licenziamento e sposato con una donna (Tilda Swinton) che ormai da tempo lo tradisce con Harry Pfarrer (George Clooney), funzionario del Tesoro nonché paranoico sessuomane. Finito nelle mani di Chad Feldheimer (Brad Pitt), personal trainer schizzato e ingenuotto di una palestra alla periferia di Washington, quel CD potrebbe trasformarsi nel passepartout agognato dalla sua collega Linda Litzke (come sempre straordinaria Frances McDormand),  per pagare i "necessari" ritocchi chirurgici di cui ha tanto bisogno. Basterà entrare in un vortice di ricatti da cui non sarà poi così facile uscire...
Sceneggiatura (quasi) di ferro, satira intelligente e divertente sui film di spionaggio (dalle inquadrature sui piedi dei funzionari CIA negli asettici corridoi al fantastico duetto finale nell'ufficio del Direttore generale), Burn After Reading dimostra una volta di più quanto il cinema dei fratelli Coen sia in grado di parlare innumerevoli lingue, meglio ancora se - come da tradizione - pensato e scritto per essere interpretato da attori di altissimo livello: la "perfetta idiozia" di Clooney (volutamente o meno, sintesi parodistica dei personaggi già interpretati in Syriana e Michael Clayton), Pitt e la McDormand non sorprende, così come la trattenuta e misurata classe di Tilda Swinton e Richard Jenkins (il manager della palestra innamorato di Linda), enorme caratterista di tanto cinema e tv USA. Su tutti, però, al fotofinish la spunta John Malkovich, anche lui all'esordio in un film dei fratelli Coen, perno centrale dell'intera vicenda, superbo nel rendere il progressivo disfacimento psicofisico di un uomo distrutto.