Tre agenti di polizia del NYPD. Tre vite spese tra i quartieri più pericolosi della città, soprattutto a Brownsville, Brooklyn. Eddie (Richard Gere) attende solamente che l'ultima settimana di servizio, dopo 20 anni di opaca carriera, finisca quanto prima: la sorte, però, lo mette al fianco delle nuove reclute, giovani poliziotti da disilludere quanto prima. Sal (Ethan Hawke, ideale prosecuzione del personaggio interpretato dieci anni fa, sempre con Fuqua, in Training Day) è alla Narcotici, e alla fine di ogni missione prova ad intascarsi parte dei dollari recuperati per garantire alla moglie, ai quattro figli (e ai due gemelli in arrivo) una nuova casa. Tango (Don Cheadle), per anni sotto copertura tra le strade del quartiere, non sa più se essere un poliziotto o un gangster.
Dalle strade di Los Angeles di Training Day al circoscritto quartiere di Brooklyn, Antoine Fuqua torna a fare ciò che gli riesce meglio (dopo i vari, dimenticabili L'ultima alba, King Arthur e Shooter), il poliziesco: messa in scena muscolare e senza fronzoli, personaggi al limite (non a caso, il regista ha deciso di realizzare il film in seguito all'altissimo numero di suicidi tra le forze dell'ordine statunitensi) e struttura tripartita per descrivere i vari gradi di pressione cui sono sottoposti gli agenti del dipartimento di New York. Meno devastante del già citato film che valse al "corrotto" Denzel Washington l'Oscar, Brooklyn's Finest sfrutta comunque a meraviglia tanto l'eterogeneità di un cast di altissimo livello (tra i comprimari, anche Wesley Snipes, Shannon Kane ed Ellen Barkin) quanto le suggestioni ambientali date da un contesto di sicuro impatto.
Tre storie, tre vite ad un bivio (come Pac-man, dirà qualcuno nel film, "puoi passare di livello ma è impossibile uscire dal gioco") e un finale che le fa convergere nel medesimo luogo: "violenza poetica" un po' telefonata, è vero, ma non per questo banale.