Si chiude con la cartolina che ritrae la Brokeback Mountain il nuovo film di Ang Lee vincitore del Leone d'oro alla 62esima Mostra di Venezia. Un'immagine, due parole smozzicate e due camicie, quelle di Ennis Del Mar (Heath Ledger) e Jack Twist (Jake Gyllenhaal) assunti come pastori dal rancher Joe Aguirre (Randy Quaid) nel Wyoming anni '60. Una passione silenziata dal contesto sociale e sofferta dai due cowboy, costretti a un'eterosessualità di facciata, con moglie e figli a carico. La loro relazione è passaggio dalla coatta eterosessualità cittadina alla libera omosessualità tra i boschi e i pascoli di Brokeback. Due cuori e una tenda, dunque, con fagioli in scatola d'ordinanza, ubriacature di whiskey, scatti d'ira e schermaglie amorose. L'apparenza è dura, la sostanza dolce, ma senza futuro. I segreti di Brokeback Mountain ha negli interpreti il punto di forza: il remissivo e pervicace Gyllenhaal, il rude e fragile Ledger, protagonisti di una recitazione calibrata e simpatetica, con battute a denti stretti e lacrime ad occhi chiusi. Vi è poi la perizia nel girare di Ang Lee, con una camera mobilissima che tallona i passi appaiati dei cowboys e sale e scende sui declivi del paesaggio naturale e di quello antropologico. Ma vi sono anche debolezze. In primis, è irrisolta la transizione tra omosessualità quale conseguenza dell'amicizia tra i due (ovvero privata, circoscritta alla coppia) e l'omosessualità indifferente all'"oggetto" (Jack Twist che cerca partner occasionali oltre confine in Messico). E colpevolmente indispensabile - pur drammaticamente invocato dal milieu - l'epilogo violento: altrimenti il film non saprebbe come chiudersi. Rimane l'amore, ma nella cornice della cartolina di chiusura, quella che Jack spedisce a Ennis per programmare i loro sporadici rendez-vous. I due che Cavalcarono insieme in chiave antirazzista per Ford si dirigono in Lee verso l'eteroaccettazione della propria omosessualità. A denti stretti. A denti rotti. Da una società omofobica. Altro discorso merita Ang Lee. Che si conferma talentuoso regista, ma non autore nel senso tradizionale del termine, ovvero detentore di una poetica e di uno stile. Con pregevoli assoli in repertorio (Brokeback Mountain è con Ragione e sentimento uno di questi), ma incapace di garantirsi/ci una continuità poetico-formale. Basti considerare i suoi tre ultimi film prima di Brokeback Mountain:  Hulk (2003), La tigre e il dragone (2000), Cavalcando con il diavolo (1999).