Ispirato da una storia vera, vissuta da una persona vicina, il drammaturgo Paul Downs Colaizzo firma Brittany non si ferma più (in originale Brittany runs a marathon), commedia che non nasconde, anzi, mostra sin dall’inizio tematiche delicate quali psicologia, depressione, dipendenza.

Brittany ride, Brittany scherza, balla, beve, si diverte, finché arriva il momento di confrontarsi con la sua vita e i suoi demoni. L’incidente scatenante è causato dall’incontro con un dottore piuttosto perspicace (un deus ex machina de principio) e innesca un cambiamento profondo nella ragazza. Questa si rende conto di stare trascurando non solo il suo corpo, ma la sua stessa felicità.

A questo punto, il cammino è ovviamente in salita. Non tanto per la fatica fisica di correre un isolato, o prepararsi a una maratona, quella di New York, bensì per gli effetti che il cambiamento ha su Brittany e chi la circonda. Non è facile percepire nuove necessità quando si manifestano nella propria amica "di sempre", e questa resistenza crea conflitto, a sua volta, nella protagonista che si ritrova a dover cambiare frequentazioni, oltre che vita e abitudini.

Colaizzo, poi, non si astiene dal disegnare una traiettoria sentimentale, che però è forse la parte più debole dell’impalcatura: piuttosto prevedibile ma non per questo solida, manca di incastrarsi alla perfezione con la trama principale. Peraltro, quest’ultima sceglie un finale difficile (per restare fedele alla vicenda realmente accaduta?) costretto a farsi anticlimatico e a richiedere più pazienza che emozione, nello spettatore.

Rimane una performance recitativa di grande qualità, forse sostenuta dai trascorsi teatrali del regista, e una pellicola divertente, non pesante e non superficiale. Ma rimane pure la sensazione che, dal punto di vista drammatico, laddove quello drammaturgico non sfigura, si potesse colpire più duro.