Un centurione bielorusso (Paolo Triestino). Un immigrato clandestino che fa “foto centurione” con i turisti all'ombra del Colosseo e che sostituisce il rassegnato e stanco centurione romano Sergio (Nicola Pistoia), ex stuntman di cinema, in cambio di un po' di soldi e di una brandina nella sua casa a Tor Sapienza. Sotto lo stesso tetto della periferia romana anche la sorella di Sergio (Elisabetta De Vito) che per sbarcare il lunario lavora per una chat telefonica erotica.
“'A famme fa ascì 'o lup afore ra' tana”(La fame fa uscire il lupo fuori dalla tana): dice un proverbio napoletano ed è proprio la fame, la voglia di fare e l'arte di arrangiarsi dell'extracomunitario, ingegnere nel suo paese natio, che lo porterà a costruire una biga come quella del kolossal Ben Hur (1959) e che lo farà diventare l'idolo dei turisti.
E' la storia del film Benur - Un gladiatore in affitto di Massimo Andrei (pluripremiato regista di Mater Natura), adattamento cinematografico del fortunato spettacolo teatrale Ben Hur di Gianni Clementi (scenneggiatore del film), interpretata dagli stessi protagonisti della piéce.
Tre storie di disperata comicità che si svolgono tra la Roma antica e i palazzoni di cemento della periferia romana e che il regista racconta con sguardo ironico e commosso, con riso amaro e atmosfere alla Totò in Miseria e Nobiltà. Immagini che fanno emergere una continua contraddizione tra la Roma attuale, della gente comune, della miseria, della crisi, dello sfruttamento, degli immigrati, e la Roma antica, quella di Nerone, Poppea e Messalina, quella dei fasti imperiali. Così lungo un Circo Massimo vuoto e desolato un centurione bielorusso, senza permesso di soggiorno, con in mano solo un passaporto con scritto il suo nome Milan, corre scappando dalla polizia sopra una biga trainata da un cavallo. Un'ombra che cerca di integrarsi all'ombra di un Colosseo ben poco accogliente. Un Milan che cerca disperatamente il tifo dei romanisti giallorossi. Ma la speranza è l'ultima a morire, e anche a Roma si grida: forza Milan!