Il Natale è alle porte e tutti sono impegnati negli acquisti per le feste: i grandi centri commerciali degli USA sono presi d'assalto da migliaia di persone. Tra di loro si aggirano l'alcolizzato Willie (Billy Bob Thornton) e il nano Marcus (Tony Cox), due balordi vestiti come Babbo Natale e il suo elfo. Il loro collaudatissimo piano è semplice: nascondersi alla Vigilia nel mega-store, neutralizzare dall'interno il sistema d'allarme, svaligiare le casseforti, rubare le merci più disparate. Willie si piazza nella casa di un bambino orfano, quest'ultimo è convinto che lui sia il vero Babbo Natale, mentre il direttore del centro commerciale si insospettisce e incarica Gin, l'addetto alla sicurezza, di indagare. Premessa doverosa: Babbo bastardo (Bad Santa il titolo originale) non è un film per bambini, sia per il turpiloquio diffuso (più di 250 le espressioni "riprovevoli", record assoluto per un film con Babbo Natale) che per la connotazione nera della commedia. L'autore di Ghost World predilige il politicamente scorretto, calcando la mano su situazioni che sarebbero piaciute ai fratelli Farrelly (Tutti pazzi per Mary): l'epilogo, pur rifuggendo il classico happy end, cerca di ricomporre le fratture multiple della morale comune, mostrando l'unione "salvifica" tra Willie e il bimbo di otto anni. Ma prima ampio spazio a gag cattive e insistite, che demoliscono la bontà per definizione di Babbo Natale: a parte il costume, nel Willie disilluso e invelenito che tira avanti attaccato alla bottiglia non vi è nulla del tradizionale Sweet Xmas. Zwigoff punta all'implosione dell'edonismo consumistico del Natale, ma il ritmo è sovente allentato e il didascalismo - anche crudo - affiora nella descrizione dei vizi di Willie. Per chi la notte di Natale dorme sonni tranquilli.