Gli zombi ed Elvis Presley sembrano essere sempre più uniti. In Zombieland: Doppio colpo la passione per “Il Re del Rock and Roll” era uno dei tratti distintivi del film. In Army of the Dead sentiamo risuonare imperiosa la sua Suspicious Minds. Sarà un caso? Non esattamente. I non morti sono i mostri più politicizzati di sempre, parafulmine di ogni critica sociale, emblema di tutti i difetti umani, che non riescono a essere perdonati neanche dopo il trapasso. Consumismo, discriminazione, anche richiami all’ecologia in The Dead Don’t Die di Jim Jarmusch, sono tante le sfumature, i generi che hanno attraversato, dall’horror alla commedia, fino all’action. Ma la loro evoluzione è sempre stata legata alla cultura americana e a ciò che accadeva alla Casa Bianca. Di conseguenza Elvis diventa un fenomeno popolare che ben si amalgama al progredire del filone.

Per il regista Zack Snyder è un ritorno alle origini. Il suo esordio nel 2004 era stato L’alba dei morti viventi, il remake di Zombi di Romero. Serrato, incisivo, visto oggi sembra incredibile che sia l’opera prima di uno dei cineasti più dibattuti per gli amanti dei supereroi e dei blockbuster. Army of the Dead è quindi la chiusura di un cerchio. Dentro ci sono le ossessioni, la bulimia, le scorpacciate di effetti speciali a cui siamo stati abituati fin da 300. La struttura è la stessa di un film di paladini in costume: il mondo sull’orlo dell’apocalisse, una missione impossibile, una sporca dozzina da mettere insieme per scatenare un pandemonio. Echi da Watchmen, dalla Zack Snyder’s Justice League, ma questa volta le cromature si accendono.

 

ARMY OF THE DEAD (L to R)  ANA DE LA REGUERA as CRUZ and Dave Bautista as Scott Ward in ARMY OF THE DEAD. Cr. CLAY ENOS/NETFLIX © 2021
ARMY OF THE DEAD (L to R)  ANA DE LA REGUERA as CRUZ and Dave Bautista as Scott Ward in ARMY OF THE DEAD. Cr. CLAY ENOS/NETFLIX © 2021
ARMY OF THE DEAD (L to R) ANA DE LA REGUERA as CRUZ and Dave Bautista as Scott Ward in ARMY OF THE DEAD. Cr. CLAY ENOS/NETFLIX © 2021
ARMY OF THE DEAD (L to R) ANA DE LA REGUERA as CRUZ and Dave Bautista as Scott Ward in ARMY OF THE DEAD. Cr. CLAY ENOS/NETFLIX © 2021

 

I colori sono luminosi, la storia si svolge principalmente alla luce del giorno. Un cambiamento radicale per Snyder, che inserisce anche un’altra novità, l’ironia. L’incipit è folgorante, i titoli di testa avvolgenti. Ma poi la narrazione si fa ripetitiva. L’esasperazione dei toni è una delle cifre stilistiche di Snyder: prendere o lasciare. Ma forse due ore e mezza sono troppe, in un’avventura che mescola più immaginari senza trovare una propria identità. Ci sono gli zombi, l’heist movie (ovvero il caveau da svaligiare), Las Vegas, qualche strizzata d’occhio anche a Io sono leggenda. L’impostazione è alla Carpenter, come se fossimo in 1997: Fuga da New York: una zona di guerra in cui immergersi, recuperare il bersaglio, e uscire il prima possibile. Ma a tutto questo si aggiungono una comicità fuori luogo e cascate di sangue senza fine.

Manca un equilibrio, anche se Snyder aveva dimostrato di saper lavorare su durate ipertrofiche nel suo ultimo Zack Snyder’s Justice League, dove aveva raggiunto le quattro ore. I momenti migliori di Army of the Dead arrivano quando l’oscurità prende il sopravvento, il montaggio si avvicina a quello dei videoclip, e la colonna sonora a tutto volume accompagna cataclismi e sequenze di ordinaria follia. Ma a volte la giostra si ferma, si spezza il ritmo, e i finali si moltiplicano, sommandosi ai rallenty e al rullo di tamburi prima della battaglia.

Forse ci sarebbe bisogno di un ritorno a L’alba dei morti viventi. In quell’occasione Snyder aveva dimostrato di saper lavorare bene sulla suspense, sulla sintesi, sulla paura. Invece Army of the Dead è il rovescio della medaglia, destinato ai fan più incalliti che sanno accontentarsi. Disponibile su Netflix.