Povera, povera Isabel Coixet. Più va avanti e peggio fa: poche tracce della regista del buono La vita segreta delle parole (2005), una flebile eco dei discreti Lezioni d'amore (2008) e Map of the Sounds of Tokio (2009), il nuovo Another Me, in anteprima mondiale (Concorso) al festival di Roma, è semplicemente un film da dimenticare.
Un thriller psicologico, con virate supernatural, che puzza di vecchio lontano un miglio (la gemella, arghhh), e che pare estraneo alla poetica – se mai ne ha avuta una… - della regista catalana: protagonista Fay (Sophie Turner, bella), un padre (Rhys Ifans) con la sclerosi, una madre (Claire Forlani) che cerca consolazione fuori casa, e a scuola una Lady Macbeth da mettere in scena. Problema, Fay avverte un'oscura presenza che la tallona, anzi, la “copia”: chi è il doppio che la perseguita?
Vetri che s'infrangono, murales misteriosi, rumori d'ordinanza, pioggia, sottopassaggi e altre amenità che più che effetto suspense invocano quello sospensorio. Nel cast anche Jonathan Rhys Meyers, alias il prof di teatro di Fay e non solo, Another Me forse va inteso letteralmente: la regia è della gemella di Isabel Coixet, quella inutile e copiona. Già, servirebbe Another Movie.