Il genio della truffa? Christian Bale, alias Irving Rosenfeld, pancia debordante, riporto a regola d'arte barocca e un talento senza eguali nel turlupinare il prossimo. Non è solo, ha una donna, anzi, due: la moglie Rosalyn (Jennifer Lawrence), che sta a casa con il pupo ma combina disastri vari ed eventuali, e la socia in affari Sydney Prosser (Amy Adams), tutta fascino, scaltrezza e determinazione. Parentesi: se avete sempre sognato di vedere la fidanzatina d'America Amy Adams in versione sexy, succinta (abiti) e iperscollata, è il vostro film, e ne vale davvero la pena. Pur astuti e scafati, Irving e Sydney vengono beccati dall'FBI, e l'agente Richie DiMaso (Bradley Cooper) li costringe a lavorare per i federali: obiettivo, incastrare Carmine Polito (Jeremy Renner), politico del New Jersey tutto casa e ufficio, con una passione per la sua gente che pro bono va oltre la stessa legge. Insomma, il triangolo truffatori-federali-politici è in piedi, e la mafia, con padrino Bob De Niro, non sta a guardare: Atlantic City potrebbe tornare ai fasti di un tempo, ma l'azzardo non è solo un gioco.Dopo The Fighter e Il lato positivo (Silver Linings Playbook), David O. Russell firma American Hustle – L'apparenza inganna, prendendo spunto dall'operazione ABSCAM del 1978, il più grande scandalo di corruzione politica negli Usa, e tornando a macinare la sua cifra poetico-stilistica con un surplus travolgente: destini umani, intrallazzi sentimentali, relazioni a catena, istinti e sopravvivenze, è un tourbillon incalzante e variopinto di foggia Seventies che con il sorriso sulla bocca squaderna spigolose questioni, dalla “bontà” della corruzione alla “familiarità” della truffa, dalla “persecuzione” giudiziaria ai furbetti del quartierino.
Comunque, l'apparenza non inganna: questo è un grande film, deliziosamente ambiguo, decisamente godibile e coraggiosamente opinabile. Tu chiamalo, se vuoi, il lato positivo della truffa. Attori super (tutti), regia divertita e divertente, American Hustle rastrellerà premi dai Golden Globes agli Oscar, e li merita. Da vedere, eccome.