Buon compleanno all'Istituto Luce, neo-nonagenario! Per celebrare degnamente la ragguardevole soglia dei novant'anni di attività, la storica istituzione sorta nel 1924 (oggi Cinecittà Luce) ha avuto la bella idea di rivolgersi a nove tra i più interessanti cineasti italiani delle ultime generazioni per realizzare una teoria di corti, ognuno dei quali della durata di dieci minuti e montato adoperando le immagini e i filmati custoditi dall'Archivio Luce.
Marco Bonfanti, Claudio Giovannesi, Alina Marazzi, Pietro Marcello e Sara Fgaier, Giovanni Piperno, Costanza Quatriglio, Paola Randi, Alice Rohrwacher e Roland Sejko hanno così avuto l'onore e l'onere di pescare a piacimento in quel mare magnum di uno dei più giganteschi scrigni della cinematografia mondiale.
Presentato come Evento speciale alle Giornate degli Autori veneziane, 9X10 Novanta è una caleidoscopica raccolta di italiche ascese e cadute lungo tutto il corso del travagliato Novecento. Si avverte qua e là l'oggettiva difficoltà, da parte degli autori, di escogitare un tessuto narrativo coerente di per sé, ma soprattutto in linea con le immagini e il risultato, diciamolo pure, non è sempre dei più esaltanti.
Sacrosanto il diritto di celebrare un'istituzione meritoria e che ha fatto la Memoria, con la m maiuscola, della nostra nazione, ma sembra quasi che negli ultimi anni l'auto-endoscopia italiana stia raggiungendo livelli patologici se non paranoici. Rivangare di continuo il passato recente prelude forse a un domani senza futuro, è spia di un presente spoglio di idee?
La forza delle immagini è indiscutibile, dai filmati d'epoca della Prima Guerra Mondiale, passando per il Duce a Piazza Venezia e i tanti, stupefacenti disastri atmosferici e non che hanno flagellato il paese nell'ultimo secolo, fra terremoti, eruzioni, bombardamenti et alia.
Che fossimo un popolo di inguaribili sognatori di origine contadina, ce ne ha parlato, e con una certa efficacia, la stagione del Neorealismo; che le decadi ‘60-'70 siano state crogioli di proteste, rivendicazioni, misteri e boom economico e mutazioni antropologiche, anche di questo il cinema, declinato in tutte le sue varianti, ha parlato a sufficienza; che fossimo stretti fra le maglie di conflitti ideologici apparentemente inconciliabili, che fossimo un popolo di melomani sfegatati, che fossimo tante e tante altre cose.
Queste e tante altre storie, se siamo davvero italiani, fanno parte del nostro patrimonio cromosomico. Onore alla memoria e a chi si fa carico di custodirla, ma il futuro è già arrivato(?). >