La spada della vendetta

ITALIA 1961
Nel 1625, mentre il governatore di Milano Don Gonzalo de Cordova è all'assedio della città di Casale, il vicegovernatore tiranneggia il popolo per accattivarsi la simpatia dei dominatori spagnoli. Poiché una fanciulla di nobile casato, Diana, entrerà in possesso di una considerevole fortuna al momento delle nozze, egli progetta di sposarla con l'aiuto della sorella di lei, Elisabetta. Ma Diana è innamorata di un soldato di ventura, Marco, che, la sera in cui il vicegovernatore progetta di rapire la fanciulla, assale il tiranno. Nel violento scontro che ne segue, Diana viene colpita a morte. Pieno di dolore e ira, Marco decide di vendicare l'amata dichiarando una guerra spietata al vicegovernatore. Dal suo fiero proposito scaturisce tutta una serie di lotte, di agguati, di astuti inganni e tranelli che si concluderà con la sconfitta irreparabile del vicegovernatore e con le liete nozze di Marco e Maria Dolores, una fanciulla che al soldato di ventura ricorda Diana.
SCHEDA FILM

Regia: Luigi De Marchi

Attori: Frank Latimore, Patricia Luz, Gian Luigi Marianini, Franco Trompeo, Giulio Montano, Walter Ortis, Pitta De Cecco, Egidio Casolari, Anita Todesco, Maria Luisa Garoppo, Howard Vernon, Dario Mangiarotti, Gil Delamare, Gigetta Morano, Danick Patisson, Enzo Fisichella

Sceneggiatura: Luigi De Marchi

Fotografia: Carmelo Petralia

Musiche: Aldo Piga

Montaggio: Otello Colangeli

Scenografia: Luigi De Marchi

Arredamento: Luigi De Marchi

Costumi: Dario Della Corte

Altri titoli:

Capitaine tempête

Durata: 85

Colore: C

Genere: AVVENTURA

Specifiche tecniche: CINEPANORAMIC, EASTMANCOLOR

Tratto da: Da un manoscritto di Anonimo milanese

Produzione: GAUDENZIO FAVA PER CLASSIC FILM

Distribuzione: REGIONALE

CRITICA
"Il film, di fattura piuttosto modesta, non ha altri intenti che quello di offrire uno spettacolo avventuroso e ricco d'azione ad un pubblico di poche esigenze, senza impegnarsi troppo nell'approfondimento psicologico dei personaggi e nella ricerca di una maggiore credibilità della vicenda narrata." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 51, 1962)